Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi"

EMERGENZA EDUCATIVA:

Una sfida sempre nuova

Don Antonio Villa Fondatore della Cooperativa Scuola Nuova di Tarcento (scuola media paritaria gratuita)
Venerdì 11 maggio 2011 - ore 18:15
Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" - Trieste

Abbiamo invitato don Antonio Villa, un sacerdote che è arrivato in Friuli con il terremoto del 1976 lasciando la parrocchia di san Babila a Milano. A Tarcento ha aperto una scuola paritaria da sempre completamente gratutia. Abbiamo ascoltato la sua testimonianza.

Quello che segue è un articolo scritto per il settimanale della diocesi di Trieste "Vita Nuova" da Stefano Bochdanovits.

Cosa significa “emergenza educativa”? Nulla di più semplice: è la vita! Per don Antonio Villa, sacerdote ottantenne arrivato in Friuli nel 1976 e mai ritornato nella Parrocchia di San Babila a Milano, la parola “emergenza” fa subito venire in mente il Terremoto, l'essere stato mandato a Tarcento da don Giussani per aiutare. Disse così: “se solo vi accorgete di dare fastidio, andatevene subito”. Dopo 36 anni don Villa non ha ancora trovato una buona ragione per lasciare una cosa iniziata senza che nessuno l'avesse progettata: una Scuola Media Paritaria completamente gratuita, la "Cooperativa Scuola Nuova", che rappresenta ancora un punto di riferimento fondamentale per chi conosce l'opera di Comunione e liberazione in regione.
Don Villa diverte per più di un'ora la folta platea della Stazione Marittima (la conferenza, svoltasi l'11 maggio, aveva come titolo “Emergenza educativa: una sfida sempre nuova”) con la sua umile testimonianza di cosa significò iniziare una presenza in Friuli tra i bambini, le famiglie terremotate, e il bisogno crescente di un luogo e di persone che facessero compagnia durante il tempo della ricostruzione. “Un giorno il buon Dio mi spiegherà perché ha dovuto mandare il terremoto, sono certo che non avrà difficoltà”. Il sacerdote cita passi del Vangelo delle ultime domeniche, quello del Buon Pastore e quello della Vite e dei Tralci, per dire che i miracoli sono accaduti, e tanti, in tutti questi anni, e si è sempre chiesto: “vuoi vedere che la mia vita è un problema Suo?” Allora tutte le difficoltà sono superate grazie all'attenzione, alla pazienza, alla curiosità di guardare come il Padre Celeste realizza i Suoi disegni. Ne racconta di episodi, don Villa. Come quella volta che un camionista non sapeva dove scaricare una partita di stivaletti per bambini, e se lo trovò davanti proprio mentre teneva in braccio un bimbo scalzo, tra tanti, sotto la pioggia. O quell'altra volta in cui un amico si presentò, quasi disperato, con un progetto edilizio e un finanziamento che nessuno poteva accettare. Quel provvidenziale pezzo di carta diventò il prefabbricato che ospitò le prime aule della scuola. Oppure le strane circostanze in cui fu protocollata la domanda di riconoscimento statale della scuola, prima cestinata dal Provveditorato e poi accolta con l'interessamento del Commissario straordinario per la ricostruzione Zamberletti.
In questa scuola non è mai esistita l'ora di religione – racconta – perché è “spalmata” sull'intero arco della giornata, dall'introduzione del mattino, con un canto spiegato ai ragazzi, alla recita dell'Angelus, al pranzo offerto a tutti e preparato con la cucina regalatagli 35 anni prima, al confronto continuo sulle domande degli studenti, tradotte poi in frasi come questa sulla parete del refettorio: “Occorre un modo di stare a tavola che non offenda chi muore di fame”. Oppure questa, scritta all'entrata delle aule: “Perché non puoi diventare uno scienziato?” Un ragazzo l'aveva annotata nel quaderno che tutti usano per le proprie osservazioni. Alcuni genitori obiettarono ingenuamente che “non sembra adatta per una scuola cattolica”. Don Villa, parlando a tutti come ogni giorno, risponde con umorismo e semplicità: perché uno scienziato non dovrebbe credere che ogni cosa ha un “principio”? C'è qualcosa che nasce dal nulla? Il principio del Tutto è ciò che noi chiamiamo Dio! Se è davvero serio, lo scienziato dovrà piuttosto ammettere che esiste sempre qualcosa di non misurabile: “provi solo a gettare un secchio d'acqua nel Torre, e calcoli con precisione di quanto si alzerà il livello dell'Adriatico!”
La sensazione, alla fine della conferenza, è quella di un respiro davvero grande. L' “emergenza educativa” non è un difficile argomento per esperti del settore, ma è il significato dell'esistenza, “una sfida sempre nuova” perché ogni volta si ricomincia da capo, aiutandosi nel giudizio sui fatti quotidiani. Ogni giorno occorre recuperare la memoria e la fiducia in Chi “ha iniziato in noi quest'opera buona e la porterà a compimento”.
Domenica 3 giugno siamo tutti invitati alla Festa della Scuola di Tarcento, per la conclusione dell'anno scolastico 2011-2012 con la S. Messa, seguita da canti, balli, lotterie e chioschi gastronomici!

Stefano Bochdanovits

Cliccando qui è possibile ascoltare la registrazione dell'incontro.


Don Antonio Villa

Martino Flamia e don Antonio Villa


Don Antonio Villa nel corso dell'incontro

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Un momento dell'incontro

Il pubblico nella sala Vulcania (Centro Congressi "Stazione Maritima" di Trieste).


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