Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi"

Il sindaco e i principi non negoziabili: incontro con i candidati su vita, famiglia, libertà di educazione, libertà religiosa, sussidiarietà

Rodolfo Casadei inviato speciale del mensile "Tempi"
Lunedì 9 maggio 2011 - ore 18:00
Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" - Trieste

In vista delle prossime elezioni amministrative abbiamo voluto invitare tuttii candidati a sindaco per il comne di Trieste.

Con loro abbiamo voluto confrontarci sul tema dei principi non negoziabili. Un tema che potrebbe sembrare non inerente rispetto alla carica di sindaco, ma che, invece, ha una grande rilevanza. 

Per moderare l'incontro era presente l'inviato speciale del settimanale "Tempi" Rodolfo Casadei.

Questo è quanto è apparso su "Il Piccolo", giornale di Trieste, relativo all'incontro.

Quello che segue è un articolo scritto da Martino Flamia per il settimanale della Diocesi di Trieste "Vita Nuova".

Seguono alcune immagini dei candidati.

Lunedì 9 maggio 2011 i candidati sindaci (assente Cosolini per concomitante impegno), invitati dal Centro culturale Bellomi, hanno espresso le loro posizioni su quelli che il Papa ha definito “principi non negoziabili”. Rodolfo Casadei, inviato di “Tempi”, ha introdotto l’incontro ricordando che “la politica, a qualsiasi livello, riguarda i valori umani fondamentali e perciò la politica locale non è tecnica amministrativa, ma espressione di significati assoluti: ha a che fare con l’essenziale dell’umano”. Perciò ha rilanciato ai candidati la domanda suggerita dal nostro direttore su vita, famiglia, libertà educativa, sussidiarietà: “Che cosa non farete se sarete eletti? Che cosa lascerete fare ai vostri cittadini?”. Antonione, dopo aver confermato che si tratta di “principi consoni alla politica comunale” perché “l’attività del sindaco è conseguenza dei suoi principi”, ha chiarito il suo impegno a favore della vita, definita “valore fuori da qualsiasi possibile interferenza”, dichiarandosi contrario allo stato etico che legifera sui principi non negoziabili (dunque alle DAT, al registro delle unioni di fatto e alle “unioni gay”) e favorevole al principio di sussidiarietà, promettendo di potenziare la possibilità di scelta per tutte le famiglie di accedere alle scuole paritarie. Fedriga si è confermato su queste posizioni, specificando che ha superato i dubbi sulle DAT, convincendosi che una legge è necessaria per evitare che i giudici possano disporre della vita dei malati e mercificare la persona, ricordando che la malattia è dignitosa perché può diventare una grande scuola di vita; ha argomentato che uno stato laico può riconoscere come famiglia solo quella emergente dal diritto naturale e che non può valutare arbitrariamente solo sulla base del sentimento esistente in unioni non familiari, perché il matrimonio è un impegno preso con la società, che prevede diritti e doveri; allo stesso modo una politica responsabile deve favorire l’iniziativa dei singoli cittadini e la libertà di scelta delle famiglie. Sasco ha ricordato che il suo partito si richiama a questi valori fondanti, invitando tutti a far seguire alle parole gli atti. Bandelli ha promesso di non fare sconti su progetti contro la dignità della persona umana (eutanasia, droga, aborto), dichiarandosi a favore di politiche per famiglie giovani e pronto a favorire la scuola pubblica. Lo Bianco ha puntato su politiche assistenziali, scuola pubblica e il riconoscimento delle unioni di fatto, così come Menis, che ha inoltre voluto parlare di qualità (non protezione) della vita (ambiente, politiche sociali). Maggiore ha definito i valori semplici parole (per cui ognuno può autodeterminare il proprio fine vita) e la famiglia un contenitore, riempito da diverse forme che vanno tutelate per adeguarsi ad una realtà cambiata che non sottostà all’assolutismo cattolico. Fortuna Drossi intende far rispettare le tradizioni ma anche il prossimo, riconoscendo le unioni di fatto. Fogar ha invece polemizzato sulla stessa scelta di impostare il dibattito sui principi non negoziabili quando in città esistono situazioni irrispettose della dignità umana (ambiente, sanità). L’incontro ha confermato – ha concluso il moderatore – che invece questi principi “non sono avulsi dalla quotidianità, ma concretizzabili in politiche amministrative perché interessano ogni persona”: ogni elettore “dovrebbe divenire esigente, nei confronti di chi vota, su questi temi, che definiscono la posizione sulle convinzioni di fondo”. La Chiesa stessa, senza discriminare nessuno, ma volendo far chiarezza, mette in guardia dall’influenza di una società in cui qualsiasi gusto personale pretende di assumere lo stesso valore della legge naturale (quella cioè che riguarda l’intima costituzione di ogni uomo) e ci indica il criterio per scegliere il voto, al di là delle simpatie: riconoscere chi difende la libertas Ecclesiae.

Martino Flamia

Il palco con, al centro, Rodolfo Casadei.


Roberto Antonione.


Franco Bandelli.


Michele Lo Bianco.


Massimiliano Fedriga.


Edoardo Sasco.


Paolo Menis.


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Renzo Maggiore.


Umberto Fortuna Drossi.


Maurizio Fogar.


Il pubblico nella sala Oceania.


Il timer.


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