Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi"

Le forze che cambiano la storia

sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo

Leo Capobianco per 19 anni responsabile dell'A.V.S.I. (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) in Kenia
Sabato 18 dicembre 2010 - ore 18:15
Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" - Trieste

Partito per il Kenia per starci 6 mesi vi è rimasto per 19 anni.

Leo Capobianco ci ha portato la sua testimonianza: lui, un ragioniere che lavorava per una cooperativa di pescatori di Rimini, si è trovato a costruire scuole negli slum di Nairobi.

Ci ha raccontato come è cambiata la sua vita e la vita delle persone che ha incontrato.

Ha inoltre presentato l'AVSI e le attività che questa ONG svolge mel mondo.

Quello che segue è un articolo scritto da Silvio Brachetta per il settimanale triestino "Vita Nuova" sull'incontro .

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Strana cosa l’occasione. Il fatto che non tutte le scelte siano equivalenti è provato dal cambio di rotta repentino della nostra vita, proprio a seguito d’una scelta inattesa. Una simile prova la si può rintracciare nella peculiare vicenda umana incorsa a Leo Capobianco, un tempo ragioniere a Rimini, da lui stesso narrata durante l’incontro “Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”. La testimonianza è stata raccolta dal dott. Marco Gabrielli, responsabile del Centro Culturale “Mons. Lorenzo Bellomi”, il giorno 18 dicembre presso il Palazzo dei Congressi “Stazione Marittima” a Trieste.

Capobianco fa parte da parecchio tempo dell’AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale), una ONG cattolica che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa. Nel 1992 gli fu proposta una partecipazione ad un progetto AVSI in Kenia, legato alle adozioni a distanza di bambini. Egli accettò e, assieme ad altri volontari, realizzò la scuola Little Prince (Piccolo Principe), presso una baraccopoli nel mezzo della savana. All’inizio Capobianco propose una soluzione edilizia economica, ma un amico italiano lo criticò: «tu fa quello che ritieni opportuno, però non dimenticare mai che noi apparteniamo a quella civiltà che è nata dai benedettini, che ha fatto le cattedrali. Qua devi fare una cosa bella, a motivo dei bambini che vivono in un brutto posto». Questo consiglio lo edificò assai e lo fece entrare nel vero spirito che animava l’iniziativa dell’AVSI: affiancare ai bambini non tanto degli insegnanti, ma dei veri educatori, che si prendessero cura della loro formazione spirituale a tempo pieno. Dopo le fatiche e le difficoltà dei primi tempi, il gruppo di volontari constatò il successo dell’impresa. Da un’attività di doposcuola per nove bambini, si giunse all’edificazione di sei scuole in Kenia e all’attività d’istruzione per 4000 bambini adottati a distanza.

Leo Capobianco rimase in Kenia diciannove anni. Alla domanda di Gabrielli «chi te l’ha fatto fare?», replica: «Era la risposta al desiderio del mio cuore. Non spirituale, ma concreta. Le grandi cose sono sempre successe quasi per una svista: ho dato credito ad una cosa che accadeva lì in quel momento e che mi faceva dire “qui c’è quello che io desidero”. Ogni volta che ho detto di sì ne è valsa la pena».

Silvio Brachetta


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