Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi"

Aborto e poi?

Cinzia Bacccaglini Psicologa e psicoterapeuta
Sabato 5 giugno 2010 - ore 18:00
Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" - Trieste

In collaborazione con il "Movimento per la Vita" e il "Comitato Verità e Vita" abbiamo contribuito alla realizzazione dell'incontro sul tema "Aborto e poi?" a cui ha partecipato la dottoressa Cinzia Baccaglini, psicologa e psicoterapeuta con alle spalle anni di militanza "pro-life".

Il tema da lei afforntato è stata la sindrome post-aborto che ha avuto modo di dettagliare, descrivendo pure alcune tragiche situazioni con cui ha avuto modo di venire in contatto per la sua professione.

Quello che segue è un articolo pubblicato sul settimanale della diocesi di Trieste "Vita Nuova" a firma di Marco Gabrielli.

Organizzato dal "Movimento per la Vita", dal "Comitato Verità e Vita" in collaborazione con il Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi" si è tenuto sabato 5 giugno alla Stazione Marittima un incontro sul tema: "Aborto… e poi?".

Dopo una breve presentazione dell'incontro da parte del dott. Paolo Gregori, predidente del Movimento per la Vita di Trieste e membro del direttivo nazionale del Comitato Verità e Vita ha preso la parola il dott. Stefano Martinolli, medico chirurgo esperto in bioetica, che ha ricordato ai presenti cos'è l'aborto e le proporzioni di questo fenomeno che vengono sottostimate per la mancanza di una attenta raccolta dati su alcuni aspetti quali la pillola del giorno dopo.

La dottoressa Cinzia Baccaglini, psicologa e psicoterapeuta con alle spalle anni di militanza "pro-life" ha approfondito il tema specifico dell'incontro: la sindrome post abortiva. Una sindrome molto spesso ignorata e quindi non ricercata da medici e psicologi, spesso confusa e associata ad altre problematiche di coppia o familiari. La sindrome post-abortiva è classificata fra i PTDS (Post Traumatic Stress Disorders) ed è caratterizzata da sofferenza, ansia, perdita dell'autostima, disturbi del sonno, senso di colpa, che tende a diminuire nei tre mesi successivi all'interruzione della gravidanza, ma può ripresentarsi, ad esempio, in occasione della periodo del parto mancato, in occasione di nuove gravidanze o di incapacità ad iniziare una nuova gravidanza, associata a problematiche di coppia quali la fine o l'avvio di nuove relazioni affettive, con la comparsa di patologie dell'apparato riproduttivo e, annualmente, in occasione delle ricorrenze legate all'aborto. E' una patologia che porta all'inizio di utilizzo di alcool o farmaci o sostanze, ad una disistima di sé cui consegue quel "buttarsi via" che spiega l'incremento del numero di persone affette da AIDS fra queste pazienti, ed arriva al suicidio in un numero significativamente maggiore rispetto alla popolazione normale o confrontato con pazienti che abbiano subito, ad esempio, ad un aborto spontaneo.

Non sono solo le donne a soffrire di questa patologia, ma anche i padri mancati, spesso inermi spettatori, ed anche, in una misura che è difficile quantizzare, i bambini che non hanno visto nascere un fratellino o che sono nati dopo un aborto. Una patologia, questa, del tutto ignorata dagli educatori, ma che potrebbe spiegare alcuni disturbi della concentrazione o dell'apprendimento che gli insegnanti spesso si trovano ad affrontare.

Di questa sindrome nulla si dice nel consenso informato che la donna deve firmare prima dell'aborto e sono pochi i medici di famiglia e gli psicologi che la conoscono e la possono affrontare adeguatamente facendo risalire all'eliminazione del figlio presente nel grembo materno un disturbo che compare anche anni dopo.

Anche le tecniche di fecondazione extracorporea, che, per dare un figlio in braccio passano attraverso la produzione di un numero maggiore di embrioni, lasciano un segno nella donna che vi ricorre. In alcuni centri arriva a produrre un numero elevato di embrioni (anche alcune decine in più cicli ripetuti). Anche questi figli mancati pesano sulla psiche di madri, padri e personale medico, infermieristico e dei biologi e riemergono con sintomatologie sfumate che raramente vengono attribuiti a questi trattamenti.

La dottoressa Baccaglini ha poi presentato alcuni casi di pazienti da lei trattati, quale testimonianza del lavoro svolto e della sofferenza che segue all'aborto.

E' seguito un ampio ed articolato dibattito con il pubblico.

Marco Gabrielli


Il dott. Paolo Gregori, presidente del Movimento per la Vita di Trieste, presenta l'incontro.


Il dott. Stefano Martinolli, medico chirurgo esperto in bioetica introduce il tema.


La dottoressa Cinzia Baccaglini durante l'intervento.


La relatrice ascolta una domanda del pubblico.


Il pubblico presente nella sala Oceania del Palazzo dei Congressi "Stazione Marittima" di Trieste.


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