Centro Culturale "Mons. Lorenzo Bellomi"

Un futuro di pace per il Medioriente?

Vittorio Emanuele PARSI Docente di Relazioni Internazionali all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Rodolfo CASADEI Editorialista del settimanale Tempi
Mercoledì 16 marzo 2005 - ore 18:15
Centro Congressi "Stazione Marittima - Trieste

Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Rodolfo Casadei, editorialista della testata settimanale "Tempi", hanno dato vita ad un incontro di approfondimento sulla situazione mediorientale.

L'incontro che si è tenuto mercoledì 16 marzo presso la Sala Oceania del Centro Congressi "Stazione Marittima" di Trieste, è iniziato con una disamina del prof. Parsi che ha percorso la storia della situazione internazionale degli ultimi decenni, illustrando in modo particolare la linea politica che le grandi potenze, nel corso della Guerra fredda, mantenevano nei confronti dei Paesi mediorientali: USA e URSS consentivano l'instaurazione di regimi che, benché totalitari, garantissero l'ordine all'interno di quei Paesi. Oggi la situazione internazionale è mutata radicalmente: con la guerra in Iraq, l'America ha dimostrato che la garanzia dell'ordine interno non è più sufficiente a giustificare la tirannia degli ordinamenti locali, ed anzi ha documentato che per instaurare la democrazia al posto di tali regimi si può ricorrere alla guerra.

Incalzato dalle successive domande di Casadei, il professore ha aggiunto che l'11 settembre 2001 ha costretto l'America ad esaminare questioni che - occorre riconoscerlo - non avrebbe probabilmente mai preso in considerazione.

Per garantire la sicurezza all'interno del proprio territorio, gli Stati Uniti hanno dovuto capire, perché colpiti dalla folle violenza del terrorismo, che era assolutamente necessario contribuire a costruire la sicurezza anche altrove, nel territorio di altri Paesi. In particolare, per garantire la sicurezza dell'America, l'Amministrazione Bush, che originariamente aveva di certo altri programmi, ha percepito chiaramente la necessità di riprendere le trattative di pace in Israele - perché senza una soluzione alla questione palestinese, ha sottolineato il professore, il Medioriente non sarà mai stabile - nonché la necessità di spazzare via le tirannie che, se fino ad allora erano state tollerate, da allora in poi non lo potevano più essere, in quanto fonte di potenziali minacce per la sicurezza anche degli Stati Uniti. Il prof. Parsi ha precisato che, se è vero che non è certo per altruismo che gli USA hanno spazzato via il regime di Saddam Hussein, è comunque vero che l'intervento militare in Iraq ha permesso - contro ogni più rosea aspettativa - che milioni di iracheni si recassero alle urne per scegliere chi li governi. Secondo il professore, questo è il segno più significativo da cui si può evincere che un futuro di pace per il Medioriente è tutt'altro che facile, ma concretamente possibile.

Parsi ha concluso ricordando le guerre africane, auspicando che l'Occidente promuova politiche capaci di rispondere anche alle esigenze di pace e di libertà di quei popoli.

L'articolo apparso sul settimanale "Vita Nuova" è disponibile in formato ".pdf" cliccando qui. (Con connessioni lente può essere necessario attendere alcuni minuti).

Il prof. Vittorio Emanuele Parsi.

Il dott. Rodolfo Casadei.

Il pubblico nella sala Oceania del Centro Congressi "Stazione Marittima" di Trieste".

Veduta d'insieme.

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